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sabato 9 novembre 2013

IL TOCCO E LA TOGA

Me lo ricordavo proprio così il puerperio: tanti giorni tutti uguali a smaltire le fatiche del parto e ad accumularne altre, ad alternare seni gonfi di latte e a fare amicizia con quel cosino urlante e sempre pieno di cacca che è tuo figlio... a tenere a bada gli ormoni, a renderti conto che: 1) nessuno è interessato a te, ma tutti sbrodolano per il suddetto cosino alla merda, anche se tu l'hai fatto uscire, e 2) il tuo corpo pare asfaltato da una schiacciasassi.
E tuo marito, per quanto efficiente e comprensivo, nonché pieno d'amore per te, ti guarda come fossi un alieno emotivo...non può impedirselo, lo fa. Per quanto snoccioliate le vostre paturnie post parto, non può proprio capirvi, come non capisce la vostra sindrome premestruale...quindi lasciate perdere.
LUI sicuramente è più stanco di voi che siete a casa ad annoiarvi anche se non deve produrre sufficiente latte ogni 3 ore, non ha lochiazioni infinite,  punti, dolori lombari, utero contratto,  privazione cronica di sonno grazie alla quale vi trovate a sognare cose inverosimili in 8 minuti netti di sonno effettivo.

Questa era una doverosa premessa per ricordare a me stessa che ci ero già passata, e non è proprio il caso di lamentarmi. Cosa c'è invece di diverso? Beh, intanto la maggior parte delle ansie tipiche del primo figlio si sono dissolte: "mangia abbastanza? Respira?  Oddio, non avrà caldo/freddo?" E quindi te lo godi questo pargolo, non hai sempre l'adrenalina da inadeguatezza che ti circola in corpo. 
Poi hai una buffa treenne che torna dall'asilo e ti inonda di parole, informazioni e canzoncine. E ti rendi conto che ti manca il rapporto esclusivo che avevi prima con lei. Ti rendi anche conto,  ma questo non è uguale per tutti credo, che ora hai il doppio esatto dell'amore da dare, ma che "quella grande" quando arriva a casa e dice al fratello: "Ciao Alessandro, è arrivata la tua sorella!  Adesso non piangere più eh!" è la tua àncora, e  nel contempo la tua croce ogni giorno, e che ora lo capisci più di prima.
Io ho vissuto questa esperienza di parto e sto vivendo il puerperio con una marcia in più rispetto alla mia prima volta: ora mi sento completa. Sento che la mia famiglia è completa e che ora devo solo guardare avanti e crescerli nel migliore dei modi, anche se non nel migliore dei mondi. Ho detto a qualcuno che quando Alessandro è nato, ho provato la stessa sensazione di sollievo e di liberazione della laurea: quando chiudi una parte importante della tua vita e ti senti aperto e proiettato nel futuro, per quanto ignoto sia. Io sono consapevole di aver chiuso un capitolo bellissimo e spaventoso della mia vita. Ora vivo il presente e penso al domani, ben conscia di essere stata molto fortunata nell'aver, sinora, ottenuto dalla vita quello che desideravo. Ora dobbiamo solo provare a coltivarlo al meglio.

martedì 17 settembre 2013

DI EMOZIONI E BALLE

La gente, intesa come i conoscenti, ritiene che io abbia una personalità peculiare. Gli uomini mi trovano sicura di me (e sbagliano alla grande! ), le donne non lo so perché quel che pensa una donna realmente è ad appannaggio di lei sola. 
La mia peculiarità, se così vogliamo chiamarla, mi porta ad avere pensieri e sensazioni "a pelle" che o le altre persone non provano (dubito), o non dicono (più probabile). In questo credo non ci sia nulla di male. 
E allora io a domanda rispondo "No, non amo la gravidanza. Non mi piace come mi sento in questo momento sia fisicamente che emotivamente. Non mi piace il pancione, non mi emoziono particolarmente quando si muove: al più mi fa ridere quando ha il singhiozzo o mi puntella il lato qualsiasi dell'addome. Sorrido, con affetto per il mio bambino che è dentro, non per la mia condizione che somiglia preoccupantemente a una simbiosi parassitaria. Era così con Simona, è così adesso.". 
A questo se mi si dice: "Devi stare attenta, o rischi la depressione post parto" da chi non è addetto ai lavori (è SEMPRE così), si rischia che io possa controbattere un vaffanculo o ignorare.
Se ignoro una persona, chi mi conosce lo sa benissimo, solitamente è un PESSIMO segnale. Se mi allontano mentre mi stai parlando, 9 volte su 10 è perché diversamente mi pruderebbero le mani. Questo normalmente, senza tirare in ballo ormoni vari. Il mio silenzio, dato che non sono una persona molto silenziosa, è eloquente.
Ognuno vive il proprio corpo (perché di questo si tratta finché tuo figlio non nasce, del tuo corpo che sta facendo una cosa grandiosa) a modo suo. Se sei fortunato e hai la salute dalla tua, il tutto può essere più o meno piacevole, più o meno emozionante. Comprendo e invidio le mamme che si godono 9 mesi di pance accarezzate e aspettative. E' una bella cosa, ma deve venirti naturale...

Invece mi ha emozionata tantissimo vedere Simona avviarsi alla Materna, con tutte le sue piccole cose, compreso il suo nuovo amico (immaginario) Jake. Mi emoziona persino che abbia un amico immaginario! Non le manca la compagnia e le amicizie, ma probabilmente è una fase che passano più o meno tutti i bambini. Sono un tantino perplessa sul nome JAKE, che avrà senz'altro sentito, ma mi domando per quale motivo l'abbia così colpita da usarlo. Siccome a 3 anni e rotti dicono un mucchio di balle, rischio che se indago troppo ottengo un mischione di informazioni vere e finte. Le balle alle volte sono così palesi che sorride lei stessa di quel che sta dicendo (Per fortuna la balla glie la si legge in faccia (come alla sua mamma!), quindi immagino che la cosa ci avvantaggerà un pochino nell'adolescenza).

Alessandro è cresciuto e sta pronto per uscire, anche se manca ancora un po'. Ha la testina ora ben posizionata in basso a irritare la mia vescica e a farmi alzare 4 volte per notte. 
Tesoro, non vedo l'ora che tu nasca: qui c'è un armamentario di roba che non sappiamo più dove metterla, ed è tutta roba tua (tanto per cambiare).

martedì 3 settembre 2013

I BRUTTI PENSIERI

Che questo sia un periodo piuttosto "emotivo" si sa. Che ti ritrovi a piangere per qualsiasi medical drama trito e ritrito passi la tv...O anche cartone animato...O anche pubblicità. 
Sono a 8 settimane dal parto. 8 perché la mia amica preeclampsia si sta affacciando timidamente all'ovile. Se tutto andrà bene mi indurranno il parto i primi giorni di novembre. 
Al momento mi sento bene, la pressione è sotto controllo (sto ancora lavorando oltretutto), devo fare i soliti esami di routine ecc ecc...Ma è pur sempre una situazione patologica che si affaccia nuovamente nella mia vita e questa volta è molto diverso.
Diverso perché c'è una bambina di 3 anni che ha priorità su tutto, quindi anche un banale ricovero pre-tempo per me sarebbe un problema. Diverso perché se dovesse succedermi qualcosa il mio pensiero va a lei. Diverso perché non vorrei mai farla soffrire. 

C'è di diverso anche il rapporto che ho con questo bambino di 1kilo e rotti che sta crescendo e scalciando nella mia pancia. 
Quando aspettavo Simona ero preoccupata per lei più che per la mia salute. D'istinto. 
Ora, sempre d'istinto, sono preoccupata che ad Alessandro possa capitare qualcosa, ma ancor di più che io non possa occuparmi di entrambi i miei bambini.

So benissimo, razionalmente, che la situazione è assolutamente tranquilla per me e per loro, ma non posso impedirmi di ragionare sul peggio. Sono umana, in fondo. Quindi che fare? Aspettare il domani guardando alle cose che mi circondano: un marito fin troppo premuroso, una figlia sorridente e felice che tra una settimana inizierà la scuola materna, un figlio che scalcia e mi fa diventare matta tutte le notti.
Alla prossima!

lunedì 29 luglio 2013

DI SOLE E DI MARE E DEL METODO DEL GRANCHIO

Siamo all'ultima settimana pre-ferie.
Me ne starò rilassata in panciolle a guardare il mare come una pensionata. 
Saltuariamente mi tufferò, farò passeggiate sulla spiaggia, e castelli di sabbia con Simona...Il divertente sarà farmi rialzare dalla battigia, ma ho già un metodo: io e Simona sulla riva facciamo costruzioni di sabbia, dopodiché io con una certa nonchalance cercherò di guadagnare l'acqua strisciando di culo...Una volta in acqua cercherò di arrivare all'acqua alta e rimettermi in piedi. Il metodo non fa una grinza, anche se non so per quanti chilometri dovrò strisciare il culo sulla sabbia prima di trovare dell'acqua alta: siamo in Adriatico. Comunque lo chiamerò "Il metodo KRAB" e se funziona lo brevetterò per le donne incinte che ne necessiteranno.
D'altro canto Simona ha un atletico papà che potrà farla giocare e rincorrerla.

Ho la netta sensazione di dovermela godere questa vacanza, prima che la creatura nella mia pancia scateni l'inferno nascendo. Poi sarà tutto diverso: saremo in 4, come quando ero bambina io...La classica (che più classica non si può) famiglia italiana in vacanza: 
- "FINITELA SUBITO!" ... "NON MI INTERESSA CHI HA COMINCIATO, SMETTETELA O VE LE SUONO A TUTTI E DUE!".
- "Vuoi sempre quello che ha in mano tua sorella, fosse anche un sasso."
- "Siamo in albergo, non in una piccionaia. Se fate ancora casino vi spedisco in camera senza cena"
Eccetera, eccetera... :)
Buone vacanze!


 

 

lunedì 24 giugno 2013

BIRTHDAY & BIRTH

Sono qui seduta che sento dei movimenti laterali, ancora sporadici ma ormai definiti, e penso all'altra creatura, quella già formata, con tutti i denti e i capelli, che parla, ride, piange e vive e che oggi compie 3 anni.
Ecco una cosa tanto tanto diversa tra la prima e la seconda gravidanza: c'è un presente che è più importante del tuo futuro in utero, finché questo futuro non è nato. Il tuo presente c'è sempre e ha sempre bisogno di te.  E oggi compie 3 anni, e a settembre comincerà la scuola d'infanzia, e io sento già che sta correndo verso il futuro. 
Una volta ho scritto da qualche parte, forse su facebook, che quello che fanno i figli è creare nuove stanze nel tuo cuore, dove pensi non ci sia spazio per altro. C'è eccome, ed è come costruire un'ala nuova di un palazzo: non porti via spazio, ne crei di nuovo.
Ecco allora in questo momento preciso c'è uno gnomo grande come un peperone che sta costruendosi la sua ala e che non ha ancora un nome o un volto, ma lo spazio per costruire glie l'ho già venduto; e c'è una bimba a volte buffa che mi porta via l'anima. 
Quando aspetti il primo figlio pensi che quello spazio sia già definito, ma poi il bimbo nasce, e allora ti rendi conto che sei solo alle fondamenta, e che quello che sarà costruito non riesci a contemplarlo per intero nemmeno tu che ne sei proprietario.
Quindi a Simona nei suoi 3 anni di vita voglio augurare tutto il bene del mondo, e chiederle di vendere un po' dello spazio che c'è nel suo piccolo cuore a questo piccolo bambino che sarà suo fratello, e che forse già la adora perché quando lei appoggia la testa sulla mia pancia, stando attenta a non schiacciare "i bimbo", lui si muove.

mercoledì 5 giugno 2013

COME PUO' UNA COSA GRANDE COME UN COCOMERO USCIRE DA UN BUCO GRANDE COME UN LIMONE? (cit.)

"Mamma..."
"Sì" Lo so già che sta per partire con una di quelle domande che mi mettono in difficoltà, glie lo leggo negli occhi. Oltretutto sono seduta sulla tazza, quindi per lei è il momento adatto per le domande esistenziali.
"Ma la surellina poi esce?"
Premessa: ha deciso che vuole una sorella, ma si riserva di non darlo via nel caso fosse maschio...
"Sì certo, tra qualche mese."
"Ma esce dall'umbilico?"

"No, i bambini dalla pancia escono in due modi: di solito escono dalla patata, ma se non riescono un dottore fa un taglietto sulla pancia della mamma e lo fa uscire lui." Le faccio vedere dove, di solito, viene fatto il taglio. "Qui. La mamma non sente male, perché il dottore dà prima una medicina che manda via la bua."
 E lì avrei dovuto affrettarmi a proseguire nella spiegazione, perché la sua faccia si è rabbuiata non poco, è che mi stavo rimettendo le mutande. Ho intuito, ma ho intuito male: il problema non è il cesareo, è "la patata".
"Ma la patata quetta qui?"
"Sì, tesoro."
...
"Ma ibimbo è grosso?"
"Sì è grande, ma la patata prima si prepara e un buchino piccolo si allarga per far passare il bimbo" Sì, lo so, mi rendo conto da sola che sto piombando in un ginepraio, ma ormai siamo in ballo. Invece era puro spirito di autoconservazione...
"Ma anche io?"
"Anche tu cosa?"
"Anche io c'ho ibimbo?"

"No Simona, non c'è nessun bimbo nella tua pancia, c'è solo in quella della mamma, solo le donne grandi hanno bimbi"
"Aaaaaah!"
 Non so come andrà a finire. Di solito lascia perdere qualche giorno per poi tornare alla carica...Vedremo!

giovedì 30 maggio 2013

UN CONSIGLIO PER OGNI PUNTO DI VISTA

Non c'è periodo come la gravidanza per saggiare la salute mentale di una donna. La mia è già precaria di suo, e lo so benissimo di essere una persona un po' particolare. Però:
  • Vi prego, vi scongiuro: se non siamo proprio proprio in confidenza, ma anche in quel caso con riserva, non amo che mi si tocchi l'addome. Non per particolare senso di protezione, ma perché, visto che non sono una silfide, ci sono 10 centimetri di adipe davanti al bambino, che diavolo pretendete di sentire?
  • Se una qualsiasi vostra frase contiene le parole:"lotus birth" e non contiene "hai sentito quell'idiozia di..?", smetto di ascoltare istantaneamente.
  • Se mi parlate della "violenza dell'episiotomia", del "parto a domicilio con una ostetrica omeopata (??????)" reagisco allo stesso modo.
  • Viceversa, non occorre che mi raccontiate particolari raccapriccianti su bambini soffocati dal cordone o nati con due teste (se ve lo state chiedento: SI SUCCEDE CHE A UNA DONNA GRAVIDA QUALCUNO RACCONTI DI MORTI DI PARTO ORRIBILI). Disgraziatamente ho studiato, e in talune condizioni l'ignoranza è una gran bella cosa.
  • Per la duecentesima volta: non ho ancora scelto l'ospedale e aggiungo un bel chissenefrega. Andrò dove mi porterà il cuore...Ma soprattutto mancano quasi 5 mesi per l'amor del cielo!
  • MAI e dico MAI mi cimenterò con i pannolini lavabili, qualsiasi eco-ragionamento mi facciate. Ho una vita da vivere.

giovedì 16 maggio 2013

"I BIMBO"

Credo che vedere il doppio trattino sul test di gravidanza sia sempre una grandissima emozione. Specie se pensi talmente a tutt'altro che rimani stupito.
Al momento sono un po' atterrita. Quando aspettavo Simona c'era l'incoscienza dell'ignoto e tutto pareva una favola da realizzare.
Ora ho un vago senso "ommioddio si ricomincia" che non riesco bene a decodificare.
Intendiamoci, sono felice che ci sia: quando ho visto il cuoricino sfarfallare dallo schermo dell'ecografo, mi sono sentita emozionata come la prima volta e senza le ansie della prima volta.
Se tutto andrà bene, il 26 novembre o giù di lì Simona avrà un fratellino/sorellina con cui condividere l'esistenza, con cui litigare, far pace, giocare, e poi ancora litigare. Ne ho due di fratelli, so quello che dico.
A parte l'atterrimento da "due figli da crescere", sto affrontando questa nuova gravidanza serenamente. Darei non so cosa perché me la/lo dessero già fatta/o, o per essere al giorno del parto: non ho mai avuto particolare affezione per il pancione o gli annessi e connessi...Tuttavia so che non è possibile e quindi mi rassegno.
E Simona? Simona quando ero all'8 settimana mi è venuta vicino, mi ha toccato il braccio e sottovoce mi ha detto "Mamma, ma dentro la pancia c'è il fratellino mio?". Io lì per lì sono rimasta piuttosto spiazzata perché non ne abbiamo parlato con lei direttamente...Le ho detto "Può darsi tesoro, se tutto va bene tra tanto tempo arriverà un fratellino o una sorellina" e lei ha risposto "Io sono felice!". Ora fa delle cose davvero buffe, ma anche commoventi. Se andiamo in bagno assieme lei mi sorregge la pancia mentre sono seduta sul water: "Mamma io tengo i bimbo." come faccio con lei quando è su un water da adulti senza adattatore. Oppure controlla cosa mangio: "i bimbo piace la pappa tua?". E le domande: "Ma i bimbo fratellino c'ha i capelli?" "I bimbo c'ha i vestiti, belli come quelli miei?" "I bimbo c'ha freddo?"...
Ieri l'ha visto attraverso l'ecografia. Non capiva perché non potesse vedere direttamente dentro la mia pancia, ma solo attraverso uno schermo.
Tant'è. Siamo ancora in pista. Teniamoci forte.

lunedì 4 aprile 2011

MI RICORDO DI TE!

In gravidanza accadono cose molto strane, e non tutte piacevoli. 
Ci sono i classici: faccio la pipì ogni 5 minuti, ho le nausee ecc ecc...Ma quelli non sono interessanti. Nessuno ti prepara alle seguenti cose:

Quando ancora non sapevo di essere incinta, non sopportavo l'odore del caffé delle macchinette al lavoro. Ma non mi limitavo a non avvicinarmi, borbottavo continuamente "Ma che cavolo vi bevete? Ma che schifo!" in un mantra fastidioso...Ben poco tempo è rimasto nascosto il mio stato...Anche perché a causa di bruciori continui di stomaco, passavo la mattinata a bere Biochetasi e sgranocchiare schiacciatine e M&M's. 

Intorno alla 8-10 settimana, dopo aver visto che la piccola esisteva ed era vivace, i miei peli d'improvviso hanno smesso di crescere, in compenso sentivo tutti gli odori fisici delle persone, come fossi un cane da tartufo, e vi assicuro che in un open space sovraffollato quale era il mio ufficio...NON ERA PIACEVOLE: poter sentire che un sistemista a 50 metri ha scoreggiato, non è mai un vantaggio.

Dalla 12 alla 20 settimana circa, avevo voglia di aceto. ACETO. Non ho mai assecondato questo desiderio, perché pensavo che avrei vomitato anche l'anima, ma mi veniva voglia di berlo, santo Iddio. Questo fa impallidire la voglia delle prime settimane che era GORGONZOLA CON ARINGHE. Nemmeno questa l'ho assecondata, ma ho mangiato separatamente zola e acciughe (in mancanza di aringhe affumicate).

Dalla 25 settimana ho cominciato a pretendere che mi si facesse sedere in autobus e metro. Non perché fossi stanca, ma perché temevo le frenate improvvise. Beh, prima di questa settimana aspettavo che fosse la gente a farmi sedere, sentivo di potermela cavare anche in piedi, ma mi piazzavo di fronte a qualcuno di giovane. In una di queste occasioni, una madre ha detto a suo figlio "Fai sedere la signora..." e lui, con aria scazzatissima (per altro SIGNORA mi ha invecchiato di 30 anni!): "Ffff...Perché?" "Come, non vedi che ha un bambino nella pancia?" Lui mi fissa e fa: "Aaaaah, io pensavo che era solo GRASSA GRASSA!!!" urlando. Io ho sorriso, ma dentro di me qualcosa si è rotto!!!...E MI SONO SEDUTA, TIE'!

Intorno alla 30 settimana avevo crisi di pianto incontrollabili guardando Gray's Anatomy. Il fatto che il mio uomo mi pigliasse per il culo per questo, non aiutava, ma tramutava spesso il mio magone in incazzatura epocale.

domenica 23 gennaio 2011

ROOM-IN H24? NO, GRAZIE.

Facciamo un passo indietro, sull'onda dell'evento della settimana: sono diventata nuovamente zia. Mia cognata ha avuto una splendida bimba ed è ancora in ospedale.
Le telefono (visto che siamo tutti malati, abbiamo evitato di portare germi alla neonata, non ci sembrava un buon regalo di benvenuta nel mondo): "Come va allora? Stanca?" "Sì, poi...Qui non te la tengono mai, ce l'ho in camera sempre. Me la sono messa persino nel letto a dormire! Io ho male alla ferita, e sono stanca..."
Nella maggior parte degli ospedali si pratica il room-in h24. Per la struttura è un risparmio considerevole, e la maggior parte delle mamme che non lo sono ancora, vede la cosa come un "prepararsi" a tornare a casa...Già. Perché se domandate a chi ci è passato vi dirà che avrebbe dato qualsiasi cosa per poter dormire un po' dopo il parto. Una mia amica ha dovuto supplicare un'ostetrica perché le tenesse la bambina per due ore, dopo 48 ore di totale privazione di sonno (ha partorito di notte). Nella struttura dove sta mia cognata tegono i bimbi al nido solo la prima notte e dopo due ore comunque te la portano per l'allattamento.
Io non sono molto favorevole a questo tipo di metodo, per quanto sia "romantico". Ho visto soluzioni migliori, per esempio dove ho partorito io. 
Ore 00:00 - 05:30 i bimbi stanno al nido.
05:30 - 06:30 prima poppata del mattino, il bimbo ti viene portato in camera
06:30 - 08:30 visite dei pediatri, i bimbi sono ancora al nido
ore 08:30 - 11:30 room-in oppure puoi recarti tu al nido per allattare e fare pratica di cambio pannolini ecc ecc..
ore 11:30 - 13:00 visita parenti e pranzo: i bimbi al nido
ore 13:00 - 18:30 room-in o nido a tua scelta (tra le 16 e le 17 tutti i giorni c'è un corso di puericultura, ho partecipato tutti i giorni!)
ore 18:30 -20:00 visita parenti e cena: i bimbi al nido
ore 20:00 - 00:00 room-in o nido. 
Che ne pensate?
Hai 5 ore di sonno tutte tue, puoi spupazzarti e tenerti attaccato il tuo bambino per la maggior parte del tempo se non in intervalli ragionevoli per mangiare, vedere i parenti (anche se non ne hai voglia!) e farti una doccia. Tuo marito/compagno può stare con te in camera o nel nido quando c'è il room-in, può partecipare ai corsi, fanno provare il cambio pannolino anche ai neo-papà (con scene spesso molto spassose), e puoi fare tutte le domande che vuoi alle puericultrici. E la mia bambina, ma non è una regola, è tornata a casa che la notte si faceva la tirata di 4-5 ore dopo la mezzanotte!
C'è la possibilità che vi riposiate, che torniate a casa (e lì comincia la vera faticaccia) con almeno 5 ore di sonno alle spalle. NON E' POCO. 
Io preferisco così, sono stata soddisfatta, passavo il mio tempo al nido, perché in camera c'era un caldo asfissiante, le poltrone del nido erano molto comode, c'erano svariati cuscini per l'allattamento, potevo chiaccherare con le mie compagne e avevo a disposizione lavandini, pannolini, detergenti e tutto per fare i cambi (in camera era più disagevole, anche se avevo comunque sempre a disposizione il necessaire per cambiarla). Che volere di più?

giovedì 2 dicembre 2010

STRANEZZE

A completamento del post precedente, devo aggiungere alcuni dettagli, prima che la mia memoria li getti definitivamente nell'oblio:

1) Per sopravvivere al dolore canticchiavo Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela, avendo trovato il gioco interessante andò a chiamare un altro elefante... Sono arrivata a 12 elefanti. Lo ricondo perfettamente. La ragnatela dopo un po' si spezza...Pensavo che anche io avrei fatto quella fine...

2) Durante le doglie vere e proprie, e poco prima di addormentarmi il pomeriggio successivo, nella mia testa c'era solo "L'immensità" cantata da Don Bachi. NON CHIEDETEMI PERCHE'.

3) La cosa più difficile di tutte da sopportare POI per me è stato il catetere (messo per controllare le mie urine dopo il parto).

4) Quando ho visto la ranocchietta per la primissima volta, un pensiero di questo genere ha attraversato la mia mente: Oddio come somiglia a suo padre!...Ma...Si sono dimenticati di metterle ciglia e sopracciglia! E che è, sono rimaste dentro?

5) Due giorni dopo il parto avevo voglia di frittura di pesce, e trovavo irritanti le madri che piangevano sempre...Poi sono arrivata a casa, e un paio di volte ci ho dato dentro anche io. Col pianto. Con la frittura ho atteso di andare al ristorante una sera.

6) A proposito di darci dentro: pensavo che là sotto fosse diventata inutilizzabile a vita; alla dimissione avevo paura della visita che mi avrebbero fatto...come una ragazzina la prima volta dal ginecologo..Ma perché mi devono visitare, quante altre persone devono mettere le mani là sotto?!?! Beh, passa.

lunedì 29 novembre 2010

PARTO PARTO...MA 'NDO VAI???

Premessa: il mio è stato un parto-lampo, veloce, e facile.
Svolgimento: il giorno martedì 22 giugno mi confermano che mi indurranno il parto l'indomani: scade magicamente la 37 settimana. La preeclampsia porta i medici ad essere cauti, quindi ti fanno partorire non appena sei considerato a termine (37 settimane). Io supereccitata come se dovessi andare ad un ballo studentesco. In stanza siamo in due, io ne ho viste passare un po' visto che sono in ospedale dal giovedì precedente. Le dico: "Mi inducono domani!!" con la stessa eccitazione con cui avrei detto "EHI! HO COMPRATO LA MACCHINA NUOVA!" va beh. Sta di fatto che passo la giornata a lavarmi, sistemarmi le unghie, riordinare l'armadietto e mangiare poco per tenere bassa la pressione. A mezzanotte ultima misurazione di pressione e monitoraggio fetale (te lo fanno 2 volte al giorno, qualsiasi sia il motivo per cui sei lì). Cerco di dormire con scarsi risultati e alle 5 nuova misurazione di pressione, nel frattempo alla mia compagna di stanza portano il suo pupattolo, e mi immagino felice nella stessa situazione l'indomani. 
Ero ottimista, non sapevo quanto spesso l'induzione si protragga inutilmente e con varie tecniche per 48 ore per poi concludersi con un cesareo.
Il mattino la ginecologa mi fa andare in studio e mi infila una specie di garza in fondo adesa al collo dell'utero. L'operazione di "infilamento" è fastidiosissima, per la cronaca. 
Il farmaco si chiama PROPESS e potete trovare delucidazioni in merito qui. Ora, il punto focale è questo "bisogna tenere presente che per inizio di travaglio si definisce quel periodo caratterizzato dalla presenza di contrazioni regolari dolorose dell´utero che si verificano ogni 3 minuti a prescindere dai cambiamenti della cervice.
A questo proposito è importante considerare due fattori: (i) Le contrazioni regolari dolorose che siano state indotte con Propess, rimarranno tali per frequenza ed intensità tanto a lungo quanto Propess rimarrà in situ poiché il dinoprostone continuerà ad essere rilasciato. (ii) Le pazienti, specie se poligravidiche, possono sviluppare contrazioni regolari dolorose senza che si abbiano evidenti modificazioni della cervice." Ecco, appunto. Il farmaco inizia ad agire a mezzogiorno. Inizio a sentire come delle scariche elettriche senza dolore. Vado a pranzo e poi mi spostano nella sala pretravaglio. Sono le 4 del pomeriggio quando si verificano due cose: ho delle contrazioni senza pausa e dolorose, ma non con picchi alti da tocografo. Arriva mia madre a portare il cambio. 
Ivan è a fianco a me, inizia a guardarmi con occhio preoccupato quando inizio a sentire un certo consistente dolore. Mia madre, reduce da tre parti naturali, mi fa "no, no, non stai ancora soffrendo, hai l'aria troppo serena!" Il punto è che queste contrazioni non hanno alcuna efficacia, mi visitano dopo un po' e dicono che il collo dell'utero è un po' sceso. Ma siamo ben lontani dal traguardo. Il tempo passa e questo dolore al basso ventre senza scopo inizia a diventare insopportabile: dico al mio compagno "il prossimo lo adottiamo!" o altre idiozie simili. Il problema non è il dolore, è l'assenza totale di pause. Verso le 8 di sera faccio una doccia calda col mio compagno che mi fa sedere nella doccia e mi bagna con getto tiepido: sembra l'inizio di un film porno, ma il sesso è quanto di più lontano dalla mia mente. Il getto,specie sulla schiena, dà sensazione di sollievo immediato. Mi muovo come se avessi un macigno nella pancia. Il tocografo non da segnali rassicuranti, la bimba è sempre vivace, tira calci, le contrazioni invece sono una schifezza. Io mi lamento come in un mantra. Ho sonno, sono stanchissima, ma non riesco a dormire. Ivan mi bagna la fronte, forse dovrei mangiare qualcosa di zuccherino, non so, non ho voglia di niente se non di un cesareo. Nel frattempo mi attaccano il monitor per la pressione che è salita a livelli abbastanza preoccupanti (vedo un 200 di massima, non oso guardare la minima). Mi spiegano che quello che sento è l'effetto del farmaco, man mano il mio collo dell'utero sta abbassandosi e appiattendosi, ma sono ancora chiusa.
A mezzanotte vado in bagno con Ivan che mi sorregge, e sento un inconfondibile Tak! nell'addome, come se si fosse rotto qualcosa. Beh, in realtà è proprio così: si sono rotte le acque. Due minuti dopo inizio a sgocciolare. L'ostetrica osserva: le acque sono limpide (e nel delirio del momento mi viene in mente altissima purissima levissima) perciò tutto ok, collo ancora ben sigillato...Mapporc...Ho un sollievo per circa mezz'ora, nella quale inizio ad assopirmi un po'. L'ostetrica dice a Ivan di andare pure a casa, che probabilmente si andrà alla mattina successiva. 
Lui mi saluta, non ricordo nemmeno quando e come. Io mi addormento e mi sveglio con un dolore fortissimo all'addome, ma non solo al basso ventre. 
E lì INCREDIBILE, inizia il travaglio: 3 cm, poi poco dopo 7. Io chiamo Ivan durante una contrazione vien...comincia...corri...! e subito dopo penso speriamo non si ammazzi in macchina...! Dopo 10 minuti dall'inizio del travaglio vero e proprio sono a 9 cm di dilatazione. In tutta fretta mi portano in sala parto, immagino non se l'aspettassero neppure loro. Mi mettono una flebo di solfato di magnesio perché la mia pressione si alza ancora. Dopo un po' un'ostetrica con incredibili occhi azzurri mi dice di non spingere ancora perché c'è un pochino di bordo, di respirare profondamente all'arrivo di una contrazione.
Beh, le doglie sono meglio di quello che avevo passato prima, perché c'è pausa anche se brevissima, tra l'una e l'altra. Non importa se nel mentre sembra che mi abbiano sparato all'addome. Il mio corpo sa benissimo cosa fare e poi ho ben impressa in mente la frase di una ragazza cui sarò grata per sempre Spingi come se dovessi fare la cacca, è quello il modo perché siano efficaci! 
Ivan arriva col suo bel camice e si attiva per aiutarmi (l'avreste immaginato? Io no). Quando mi dicono infine di spingere, ecco, tutto va in discesa. Mi sorregge la coscia sinistra tirandola indietro per agevolare l'uscita. Quando sentivo arrivare il momento, spingevo proprio come dovessi andare di corpo ma moolto più intensamente. Sento la testa che si avvicina all'uscita, sento che ce la faccio, anche se sono stanca, mi sento forte fortissima. Ivan mi incoraggia, mi dice come sta andando c'è la testa, si vede la testa, dai che manca poco! 
E poi...Poi mi fanno un taglietto, e non me ne accorgo nemmeno, spingo un'ultima volta, sento che agevolano l'uscita con le mani, come ho visto fare tante volte nei video. Esce la testa, e subito sento meeeeh! ed il resto della bambina esce come un'anguillina calda e sgusciante. La vedo: ha gli occhi aperti, e l'aria incazzata. Uscendo tocca con la mano il braccio di suo padre, come fosse una specie di primo contatto...
Il dolore passa istantaneamente, lei c'è, sta bene. Me la danno ancora sporca e calda. Ha freddo, mi guarda come a dire ma non potevi lasciarmi lì??? 
Sono le 5.30 di un nuovo giorno. Il giorno migliore.

giovedì 25 novembre 2010

PRE, PRE, PRE-ECLAMPSIA

Se non siete dell'ambito medico, o non avete avuto a che fare con madri che ne hanno sofferto, difficilmente conoscete la pre-eclampsia.
Accade che, dopo 27 settimane senza problemi, d'improvviso scoprite che avete la pressione alta. Io di ritorno dal lavoro, mi sono fermata in farmacia a provare la pressione, sentendomi LEGGERMENTE girare la testa. Beh, risultato: 180/110. 
Viaggetto in ambulanza a sirene spiegate (ma solo perché c'è traffico, non si spaventi!) e di lì al pronto soccorso. L'esito è stato un ricovero a riposo assoluto per 2 giorni e una serie di esami da fare, scoprendo la diagnosi di PRE-ECLAMPSIA LIEVE. Lieve perché la presenza di proteine nelle urine raccolte in 24 ore era minima: ah, a proposito...Raccogliere 2 litri e mezzo di urina e portarli a far analizzare, sì, è una rottura immane.
In ospedale continuavano a farmi monitoraggi fetali, che alla 27 settimana sono un'impresa, specie se avete una specie di anguilla tarantolata nella pancia, e a misurarmi la pressione 5-6 volte. E nessuno mi diceva nulla, non sapevo di quale entità dovesse essere la mia preoccupazione per la vita di mia figlia o per la mia...E se non lo sai, di solito è MASSIMA.
Ricordo che una mattina sono scoppiata a piangere quando il ginecologo di turno si è fermato SULLA SOGLIA della mia camera, senza nemmeno salutare e ha commentato "mmmm 0,6...Vediamo domani" e se n'è andato.
Lo stesso ginecologo alla dimissione mi ha detto: "Dove ha intenzione di partorire lei?"
"San Paolo, perché?"
"Perché dovrà essere seguita qui, un controllo a settimana in patologia materna fino al parto."
"E questo non posso farlo al San Paolo?"
"No, perché vede, queste patologie di solito peggiorano improvvisamente, prevedo che arriverà alla 30 settimana non di più, poi dovremo indurle il parto. Al San Paolo non vi è un'unità di terapia intensiva neonatale. Qui siamo già attrezzati e se si fa seguire da noi, il posto eventualmente per la bimba è assicurato. Se viene qui e non c'è posto ci tocca mandarla a Bergamo"
Mi sono sentita morire: TERAPIA INTENSIVA NEONATALE? 30 SETTIMANA??! 
Con la mente confusa ho chiesto: "Ma la bimba mi hanno detto che sta bene...Che prognosi può avere nascendo così presto?"
"Signora! Ottima! Qui facciamo nascere bambini di 4 etti!"

AAAAA BEH, QUESTO SI' CHE ORA MI RASSICURA!!!!!!

 Il subdolo senso di colpa che si insinua come un tarlo: MA COME?!?!? SONO STATA ATTENTA, NON SONO INGRASSATA, HO CERCATO DI VIVERE AL MEGLIO LA GRAVIDANZA!! COM'E' POSSIBILE???? PERCHE' NON SONO CAPACE NEMMENO DI FARE UN BAMBINO SANO?? Ho passato giorni sul divano di casa (a riposo assoluto), a rimuginare, fare i miei stick delle urine la mattina, misurare la pressione, e, ovviamente, a piangere; finché non ho parlato con il MIO ginecologo che mi ha rassicurato un po', e ho scoperto che sì, la pre-eclampsia, la cui unica cura è il parto, può presentarsi per diverse ragioni. Nel mio caso, la familiarità con ipertensione (e poi ho scoperto che mia nonna materna a momenti ci moriva di eclampsia nel 1954), e la causa scatenante è una alterazione della funzionalità placentare: praticamente tuo figlio cerca di ucciderti per nutrirsi di più. 
Com'è finita? Benissimo, sono arrivata alla 37 settimana senza che la patologia peggiorasse minimamente. Andavo ai miei controlli settimanali e ogni volta la pressione era altissima in studio medico (si chiama sindrome da camice bianco), e si abbassava quando mi monitoravano in una stanza tranquilla. Alla 37 mi hanno indotto il parto e Simona sta benissimo...Ma questa è un'altra storia.
La cosa fondamentale è che a meno che non abbiate scalato l'Everest incinte, il senso di colpa il più delle volte è ingiustificato. E che un dottore che ti rassicuri spesso fa molto più di 1000 medicine.

mercoledì 24 novembre 2010

Non ce n'è bisogno

Ci sono migliaia di blog e siti dedicati alla maternità, all'essere madre, alla vita quotidiana con un neonato. Ci sono libri (ne ho letti diversi) e forum in tutte le lingue del mondo. 
All'inizio avrei voluto dedicarmi ad un diario della gravidanza, come fanno molte. Era un'idea carina, mi avrebbe aiutato a sentire meno lento il trascorrere del tempo in attesa. Poi ho pensato che avevo poco da dire, e quando in effetti sono sopraggiunti alcuni problemucci, l'idea di scriverli era così lontana dalla mia mente...Avevo altro a cui pensare.

E dopo? Dopo avevo poco tempo, o meglio avevo da riorganizzare il tempo che avevo.

Ora la nanerottola ha 5 mesi compiuti oggi, e posso raccontare cose. Niente di eclatante perché la mia non è una storia del tipo "ce l'abbiamo fatta!" o "non volevo diventare madre", è moooolto banale: Facciamo un figlio? Ok. Figlio arrivato. Punto. 
Ma decido lo stesso di raccontarci, perché ho trovato utili i consigli di alcune mamme su internet, anche per cose pratiche, praticissime come la scelta di un passeggino. Ognuna di noi è una storia a sé, piena di cose noiose e altre cose magari divertenti o tragiche. Nel mio caso soprattutto noiose... 
 
Nel prossimo post vi parlerò delle patologie della gravidanza.