Visualizzazione post con etichetta giochi in casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta giochi in casa. Mostra tutti i post

sabato 2 settembre 2017

LA COMFORT ZONE

Diciamo che io, per mia natura, tendo a creami una zona franca in tutto quello che faccio, non per un senso di protezione cui dar seguito, ma più semplicemente perché mi dà piacere. 
Questo un po' in tutto ciò che faccio: mi piace il quartiere dove abito, il fatto che se entro dal macellaio la mattina presto prima del lavoro,  oppure al mercato comunale il sabato con il mio carrellino da nonna per la spesa, mi sento accolta, mi conoscono, mi salutano e mi consigliano. Idem se partecipo ad un evento nel quartiere, un aperitivo nei locali di zona o una cena. 
La scuola dei bambini è anche il parco dove giocano, conosco anche solo di vista molte persone; il Trotter è parte integrante della vita della famiglia, con i suoi pregi e i suoi problemi. 
Infine le cose più piccole, come la mia scrivania al lavoro, piena degli oggetti che mi fa piacere guardare, toccare, che mi identificano... Insomma, tutto ciò che rende la mia vita più piacevole, tendo a tenermelo stretto. 
Per questo motivo mi stupisco di chi dice che per vivere appieno bisognerebbe uscire dalle proprie zone di comfort. Perché? Io non ho niente da dimostrare a nessuno e la mia vita mi dà soddisfazione così. Quando qualcosa non mi piace semplicemente cerco di cambiarla, oppure capita che qualcosa non mi piaccia ma sia necessario al bene della famiglia, perciò rinuncio o scendo a compromessi. Ma non faccio spontaneamente qualcosa che mi crea disagio, solo per dimostrare a me stessa che sono figa. Forse un tempo, quando il mio cervello cercava la sua strada. Ora ho fatto pace con il mio cervello. 
Ho detto disagio, non adrenalina: zona di comfort è anche buttarsi col paracadute, fare arrampicate, partecipare a competizioni, dipende solo dalla sensazione che ti crea dentro. Per alcuni stare a casa a guardare la TV è un disagio, quindi perché farlo? 

Alla prossima. 

domenica 20 maggio 2012

COSE DEL WEEK END

Per la prima volta posso dire che Simona ha "nuotato" in piscina. Lei ha un rapporto pacifico con l'acqua, le piace fare i tuffi e andare sotto, ma solitamente galleggia facendosi trasportare dalla corrente: ieri invece faceva il cagnolino, beveva l'acqua clorata (immagino le disinfetti gli intestini!) ed era tutta felice. I tuffi restano sempre il must: si butta dal tappeto galleggiante correndo verso l'acqua, incurante che io ci sia a prenderla o meno...

Non abbiamo fatto altro perché sono 3 week end che piove (dopo che per tutta settimana c'è stato il sole) causandomi brontolii di vario genere...Per non saper che fare, ho ridipinto il mobiletto del bagno piccolo con lo smalto ad acqua. E' venuto meglio di quanto pensassi! Mentre mi prodigavo coi pennelli, stamane poco prima che cominciasse a piovere, Ivan si è portato Simona a fare un giro in bicicletta. Non siamo riusciti a capire se la cosa le piaccia o meno perché è rimasta immobile sul seggiolino come una sfinge. Di sicuro c'è che odia il caschetto!
Per il resto abbiamo dovuto inventarci giochi da farle fare mentre fuori diluviava...In alcuni momenti corre avanti e indietro senza soluzione di continuità tra salotto e cucina: credo che prima o poi dovrò scusarmi con la vicina del piano di sotto perché i suoi piedini palmati fanno molto rumore: a correre non è certo leggiadra..."Pooooonti? Viaaa!".

 

venerdì 11 maggio 2012

ASSERTIVITA'

Mi piace questa parola, la sento spesso pronunciata da Cesar Millan nella trasmissione "Dog Whisperer"...Ho il sospetto che per crescere Simona dovrei buttarmi più su un "SOS Tata", ma finché non dirò alla pupa "Ssssht!" toccandole il fianco, penso di poter soprassedere. 
Simona sa essere assertiva: oggi tornavamo dall'asilo e, arrivati nei pressi della panetteria si gira e mi fa "Mamma, pitta? Sì! Sì! 'Ndiam!" Non era una supplica, era un'affermazione. Le ho preso un trancio di margherita per cena, ogni tanto bisogna pure accontentarli.
Dopo cena giochiamo insieme: leggiamo i libri, prepariamo la bambola Pina (e vesti e svesti e vesti e svesti...Tipo anche 20 volte di seguito) e le diamo da mangiare. Lei "Pita pappa? Toh, teni pappa!" non ha a portata di mano le sue posatine e il necessaire per la pappa? Non importa, simula. Si gira, va verso il mobile del salotto, finge di preparare un manicaretto e finge di darlo alla bambola. Era la prima volta che la vedevo simulare completamente, devo dire che è stato divertente. Poi "Pita ha tatta?" (Pina ha la cacca?) Le controlla il sedere, vuole una salviettina per pulirla, le dice "NO!" col ditino accusatore puntato un paio di volte mentre la riveste (sulla salviettina siamo arrivate al compromesso  "Simona te ne do una sola, va bene? Puoi prenderne una e basta." lei mi dice "Sì batta batta!"). Infine la mette sulla poltroncina e la porta in giro per il salotto e le dice "'Ndiam!". 
Prima  di dormire i disegni.
Lei disegna poi mi passa la lavagnetta magnetica e mi dice cosa fare. 9 volte su 10 un barbapapà, se le disegno qualche animale mi dice "Un pace!" (Non mi piace). Oggi ho fatto un esperimento sociologico: mentre disegnavo un gallo, ha preso un timbrino magnetico e mi ha pasticciato il disegno. Ho finto di dispiacermene molto, ho finto di essere quasi alle lacrime. Lei ha sorriso, mi ha dato una carezza e mi ha regalato tutti e due i timbrini...Amore de mamma, lo so che hai un cuore grande come una casa!