Se sapessi da chi ha preso i geni della vanità...Ivan non è vanesio per niente, io forse ero un po' smorfiosa da piccola, ma non era certo il tratto caratteristico del mio carattere.
Il cappello è una rottura, anche se bello comodo e fresco, alla pescatora. Per farglielo indossare devo puntare sulla sua autostima: "Simona ma sei bellissima con il cappellino a fiori! Ma guarda che bella che sei!"; allora lo tiene su per un po'. Idem con i vestiti: tipicamente non fa storie, mette quello che le preparo, però se le faccio qualche complimento, allora inizia a guardarsi, a sollevare la gonnellina come una damina dell'800.
Si guarda allo specchio e si saluta sorridendo: "Ciao Mona!" e si pettina i capelli.
Stamane siamo riuscite a tenere il cappellino tutto il tragitto casa-nido (spesso al sole). Le ho detto che le sue educatrici avrebbero ammirato quant'era bella con il cappello. Una volta entrata mi è bastato fare un cenno ad una di loro che le fa "Ooooh, Simona come sei bella! Tutti quei fiori, sei stupenda!" e lei non voleva più toglierlo. Ho dovuto barattarlo con un fazzolettino di carta (ha questa mania per i fazzolettini e le salviettine, le piace toglierli dalla confezione...), così è entrata nello spazio-gioco con sto fazzolettino in mano, pinzato con due dita, manco dovessero giocare a bandiera.
Solitamente non si porta feticci affettivi al nido, io cerco di evitarlo per evitare che si creino situazioni conflittuali spiacevoli, quindi tutto ciò che non è "calzina antiscivolo" si lascia a casa: pupazzi, giochi..."Tanto ci sono tantissimi giochi all'asilo!" le dico sempre, e lei a casa saluta i suoi affezionati: "Ciao Picia, Ciao Kitty, Ciao BBPapà, Ciao Spek, Ciao Kiki (= Torakiki)".
A noi va di lusso: stamattina la sua migliore amica è entrata con un potentissimo "Delitto e Castigo" in versione economica stretto tra le mani!