Oggi dopo il teatro per bambini, mamma e figlia vanno a mangiare al ristorante. Sole, perché papà è intento a sistemare cose in casa con trapano e molto rumore...Quindi meglio defilarsi.
C'è una famiglia seduta in una lunga tavolata, siciliani (riconosco l'accento) e mi pare di tornare indietro a qualche anno fa, quando c'erano ancora i miei nonni paterni: il patriarca, un po' arteriosclerotico, silenzioso a capotavola, la moglie a fianco che lo riprende "Pasquale! Il tovagliolo!" "Pasquale! Aspetta a bere il vino!". Nella tavolata altre 2 generazioni, probabilmente i figli con rispettive famiglie. Il vecchio mi ricorda mio nonno degli ultimi anni in maniera che quasi fa male. Quando ancora mia nonna c'era, e lo sgridava, spazientita dal suo non capire, non afferrare le cose. Quando parlava di lui come se non fosse presente e lui pacifico guardava nel suo piatto, si sporcava inevitabilmente come un bambino...
Il pranzo scorre e ogni tanto cercando di coinvolgere il nonno in qualche discorso, gli chiedono se vuole ancora acqua o vino, di stare attento ai gamberi che scottano, se si ricorda della zia Lina quando doveva ancora sposarsi. Lui ogni tanto risponde, più spesso no.
Alla fine noi ci alziamo ché abbiamo fatto in fretta.
"Ma che bella questa bambina!Ciao bambolina come ti chiami??" Gli occhi puntati su di lei, ma lei sorride e dice "Ciao ciao Nonno!" e forse l'ho visto solo io, ma qualcosa in quella testa canuta dev'essere passata "Ciao nica nica!" e si scambiano saluti con la mano.