Io non sono una persona romantica.
Questo in linea generale, poi ci sono le dovute eccezioni. Tra queste non è contemplato lo sdilinquirsi facilmente per coccole e amenità varie; è invece contemplato quando mia figlia (notoriamente poco incline all'affettuosità fisica, perché del tutto somigliante a madre e padre) mi salta tra le braccia ridendo felice quando le dico "Abbracci la mamma?".
Quando torniamo dal nido siamo io e lei.
E ho scoperto un'oretta di quello che i vari ologi e iatri considerano "tempo di qualità". Intendiamoci, non ne sono minimamente fautrice: credo che definire l'ora che passi su 24 con tuo figlio "tempo-di-qualità" sia un palliativo che funge da valvola di sfogo ai sensi di colpa. Resta comunque il fatto che tra quando torniamo dall'asilo e l'ora di cena, riusciamo a ritagliare tempo per giocare sul lettone, fare la lotta, imparare parole nuove, nascondere i giocattoli e trovarli, darsi dei baci e degli abbracci e raccontarsi la giornata...Pare folle ma io lo faccio: le dico come è andata la giornata di lavoro, le racconto qualche aneddoto e spero che prima o poi lo faccia anche lei con me...Magari lo fa già, ma mi auguro che arrivi presto il momento in cui capirò quello che mi dice.
All'alba dei 16 mesi (manca poco), riesco a percepire di lei quel suo essere PERSONA, quella donna "work in progress" che sta diventando, la sua personalità attenta, e lo percepisco con tale chiarezza che mi fa rabbrividire la velocità folle alla quale sta crescendo. Quando siamo sole provo un'affinità strana, un senso di similitudine di genere, forse; perciò posso dire che non esiste il tempo di qualità perché tutto il tempo che trascorro con lei lo è, perché mi aiuta a crescere: siamo due pezzetti di creta che si modellano a vicenda...