mercoledì 6 luglio 2011

SIMONA'S ANATOMY

Domenica la nostra serata si è conclusa al pronto soccorso pediatrico di Niguarda. 
E' un ottimo PS Pediatrico, per altro. Comunque essendo la nostra prima gita all'ospedale per la piccola (che piangeva dalle 2 del pomeriggio con l'addome rigido e dolente), eravamo un pelo su di giri, almeno io lo ero...Lui anche...A dispetto dell'aria da padre vissuto, era nervoso. Premesso che la nana sta bene, era solo bronchite, sono passati, nell'ordine: la sonda rettale per verificare che non avesse ostruzioni intestinali. UN METRO di sonda, io pensavo al mio sondino arancione che usavo quando aveva le coliche, questo aveva un diametro di quasi 1 cm e una lunghezza spropositata. Dopodiché hanno cercato di metterle un cateterino venoso, ma senza successo, per prelevare ed eventualmente infondere liquidi. Siccome era digiuna dal pranzo, le venuzze si rompevano e non era possibile il prelievo. Quindi ci hanno spedito a fare le lastre al torace e addome, incamiciando nel piombo le mie ovaie e i suoi girini...Poi siamo tornati in pediatria, l'ho fatta bere un po' (continuava ad addormentarsi sfinita), le hanno auscultato di nuovo i polmoni, guardato gola e orecchie, e fatto finalmente il prelievo sulla mano con la farfalla...
In tutto questo siamo rimasti con lei, collaborando con le infermiere e la pediatra per tenerla ferma, mentre con gli occhi lucidi mi guardava come a dire "perché?! Che t'ho fatto?!" e a me veniva il magone, ma mi sono trattenuta, anche mentre vedevo l'ago che cercava di bucare la dannata vena, e la rompeva e pensavo "Perdio, ma non potete fare più in fretta?", e le tenevo la testa o le gambe...
Il passaggio al pronto soccorso è un'OTTIMA scuola di pazienza, e autocontrollo, specie se vedi arrivare genitori folli con bambini visibilmente ustionati da una giornata di sole senza protezione, e ti verrebbe voglia di aggredirli per la loro stupidità.
Lucidamente posso dire che non ero preoccupata che avesse qualcosa di serio (al più era polmonite, niente di bello o semplice, ma pur sempre curabile piuttosto facilmente), ero triste per lei che subiva senza capire, che piangeva incessantemente crollandomi sulla spalla stanca come non mai. E noi dovevamo mostrarci sorridenti e rassicuranti in ogni istante, perché è così che si deve fare. Mi sono sentita genitore forse nella maniera più completa che avessi mai provato.